Mattia Barone nasce nel 1994 a Cantù (CO), vive e lavora a Carrara. Nel 2018 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera e l’anno successivo partecipa ad una residenza artistica promossa da Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera). Nello stesso anno si trasferisce a Carrara per proseguire la carriera accademica e approfondire la conoscenza del marmo bianco. La sua pratica artistica si contraddistingue per l’utilizzo e l’amore verso diversi materiali: marmo, gesso, argilla, cera, catrame e cemento, spesso integrati con frammenti di qualsiasi oggetti gli si trovi a portata di mano. Il legame con la materia e la matericità del suo lavoro derivano dalla stima e ammirazione del modo di creare dei popoli antichi e da una costante riflessione sull’importanza per loro di fare arte.
MATER II
Un grande Idolo Madre si erge su di una collina. Artemide Efesina contemporanea che, anche se corrosa dal tempo, dona instancabilmente la vita fino a quando questa non la inghiotte, e lei, generatrice di tutto ciò si lascia sovrastare. Il corpo in cemento richiama i grandi edifici abbandonati dell’azienda ed anche il lavoro che questi edifici erano chiamati eseguire, estrarre inerti per l’edilizia. La natura seminata sulla collina, ai piedi della scultura, rappresenta la transizione ecologica che Raffaella Midolini sta intraprendendo, identificando l’energia come vita stessa. L’abbondanza di vegetazione che andrà via via a ricoprire la scultura è un diretto richiamo all’idea di Terzo Paesaggio di Gilles Clement che, attualmente, il comprensorio sta vivendo. Dunque, l’installazione sarà in perenne divenire, con la natura che cresce, copre la scultura, muore, si secca, mostra di nuovo l’idolo e poi ricresce seguendo il ciclo della natura.