Innamorata di quel fantastico viaggio chiamato vita, esploratrice curiosa, il mio elemento vitale è l’acqua. Nasco in una laboratorio artistico di tradizione familiare e ne respiro l’aria fin da piccola, dipingendo e sperimentando con la materia. Dopo un percorso accademico tra la storia dell’arte e il restauro, tanta pratica e un patentino di guida della Regione FVG, di Venezia e dell’Area Marina Protetta del WWF di Miramare decido che la mia missione nella vita è mettermi al servizio di un messaggio di divulgazione e sensibilizzazione dell’ambiente marino per un futuro sostenibile. Tutto ciò attraverso il veicolo privilegiato dall’arte e delle installazioni artistiche.
Nel 2020 fondo il progetto “Plasticocene” in cui arte e scienza si uniscono per un messaggio comune.
LAGHETTO MAGICO
L’acqua è fonte di energia vitale e specchio della nostra società. Tutto parte dall’acqua: simbolo catartico di rigenerazione, potente forma di rinnovamento e di purificazione, fonte di energia spirituale, indispensabile alla vita. Elemento prevalente del nostro pianeta e del nostro peso corporeo.
Il rispetto dell’acqua rientra pienamente all’interno del pensiero dell’ecosofia, infatti questo elemento racchiude in sé l’energia che genera la vita, ovvero il liquido amniotico primordiale da cui tutto ha avuto origine.
E’ un dovere morale, soprattutto nei confronti delle future generazioni, preservare e mantenere integro questo potente liquido portatore di vita. Il “Laghetto magico” rappresenta il contrasto insito nella nostra epoca storica : il Plasticocene.
Nel laghetto, a filo d’acqua, si alternano specchi e lastre rotonde di plexiglas, queste ultime raffigurano dipinto il magico mondo astratto del plancton, ( dal greco vagabondo perché si fa trasportare dalle correnti) invisibile a occhio nudo, che è racchiuso in una goccia d’acqua.
La natura si rivela ancora una volta essere la più la grande artista. Il protagonista di questa “zuppa” primordiale è appunto il plancton che è responsabile della produzione del 50% dell’ossigeno del pianeta: per ogni due respiri uno lo dobbiamo al mare.
Gli specchi che riflettono le meduse simboleggiano invece l’uomo contemporaneo che si rispecchia nella società da lui stesso creata, in cui gli apparenti vantaggi del progresso tecnologico in realtà nel lungo periodo si possono rivelare delle vere e proprie trappole. Infatti dagli alberi, sospese a un filo metallico, fluttuano delle grandi meduse, come se fossero organismi paradossalmente proiettati all’esterno del loro habitat naturale (acqua), risultato del comportamento scorretto dell’uomo. Queste infatti sono l’emblema delle specie gelatinose aliene provenienti da altri luoghi e simbolo di un mare che sta cambiando a causa degradazione degli habitat, dei cambiamenti climatici e della sovrapesca.
In realtà riflettendo ci rendiamo conto che la vera specie aliena è un prodotto dell’uomo: la plastica, da cui le specie marine si devono continuamente difendere (reti fantasma, rifiuti galleggianti, macro e nanoplastiche soffocanti).
L’ installazione è stata realizzata con plastica riciclata e riutilizzata proveniente da disparate attività umane (bottiglie, boe, galleggianti, reti, contenitori plastici, fili di corrente, dvd, e tubi corrugati, ecc).
L’uomo finora non ha saputo chiudere l’anello mancante, ovvero recuperare, riciclare e riutilizzare tutta la plastica prodotta che sta pervadendo ogni ambito umano.
Questa installazione rappresenta l’ultima tappa del percorso cittadino “Il mare inizia in città” inaugurato il 14 settembre in Piazza San Giacomo.