Il Centro Friulano Arti Plastiche C.F.A.P. è una associazione culturale senza scopo di lucro nata oltre 60 anni fa per riunire gli artisti della Regione che operano nel campo delle arti visive.
Dopo l’assemblea di fondazione il 12 febbraio 1961 e la prima mostra collettiva il 16 dicembre 1961 a Palazzo Caiselli, il 10 luglio 1962 viene fondato con atto notarile il Centro Friulano Arti Plastiche. Alla fine degli anni Sessanta, con lungimiranza, inizia l’attività internazionale con l’INTART di Klagenfurt e Lubiana, superando i confini e la cortina di ferro nel 1987 si tiene la prima edizione della Biennale Intergraf Alpe Adria e nel 1993 il primo Incontro Centro Europeo. In data 20 novembre 1998, con decreto del presidente della regione Friuli-Venezia Giulia ne viene riconosciuta la personalità giuridica.
Nel corso degli anni il CFAP ha annoverato tra i suoi soci quasi tutti gli artisti operanti in regione, portando avanti le sue attività attraverso esposizioni collettive e personali ma anche con soggiorni di esperienza ed interscambi con artisti delle regioni contermini sia italiane che della mitteleuropa.
Perdendo nel 2000 la disponibilità dello spazio espositivo nella sua storica sede in centro a Udine ha dovuto ridimensionare le sue attività.
Nel 2011, con una grande mostra a Villa Manin a Passariano ha celebrato i 50 anni dalla sua fondazione a cura dell’allora Presidente prof. Gianfranco Ellero.
Nel 2013 l’arch. Michele Gortan viene eletto Presidente del CFAP che lo porterà attraverso tre mandati al 2022 per passare la guida all’attuale Presidente arch. Bernardino Pittino. Dal 2014 l’attività degli iscritti è stata proiettata sul territorio, interagendo sia con le istituzioni locali ma anche con le realtà produttive in un rapporto costante tra pubblico e privato. Le installazioni realizzate a San Daniele per celebrare Dante ne sono un esempio. Dal 2015 ha aderito alla promozione dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 con le proposte dei creativi sul territorio.
Da questo tema sono scaturite molteplici attività effettuate sullo spazio pubblico, dalla pittura dei tombini a San Daniele, Remanzacco e Cividale, per creare un percorso narrativo in zone dimenticate, alle “vele” opere tese con corde nel Portico del Lippomano a Udine e nel chiostro di Sant’Agostino a Cortona, ai cippi di San Daniele e Dogna, fino alle installazioni e sculture di grandi dimensioni, poste a San Daniele, Dogna e Cividale, anche come omaggio a Leonardo.
UN CAMMINO TRA LE BANDIERE
Non più bandiere Lung-Ta, cavalli al vento, tirate da una cima all’altra dei monti himalayani, o Darchor, aste della bandiera, piantate nel terreno, su montagne, tumuli o in cima ai tetti del Nepal o del Tibet.
Non più colori, blu per li cielo, bianco per l’aria, rosso per li fuoco, verde per l’acqua o giallo per la terra. Non più scritte con mantra potenti e rituali dedicati alle diverse divinità. Non più bandiere costruite per consumarsi con li tempo a simboleggiare che la vita non è eterna, che nulla è stabile e tutto può cambiare!
Queste sono bandiere statiche, che non si muovono al vento, che non si sfilacciano sotto le intemperie, che non hanno colori che riportano agli elementi naturali o scritte con mantra spirituali, ma che costringono a sentire l’angoscia per li futuro del mondo.
Queste bandiere creano un percorso che vuole ricordare come la mano dell’uomo, in luoghi un tempo incontaminati, riesce con la sua arroganza a insudiciare una natura con elementi che nulla hanno per potersi disgregare rientrando in un ciclo vitale naturale
Il percorso viene realizzato infiggendo nel suolo una serie di montanti che possono essere realizzati con barre, tubi metallici o canne di bambù, cercando di evitare un qualsiasi tipo di fondazione.
A questi vengono intrecciati dei fogli di materiali di vario genere, forma e dimensione, lamiere, reti, plastiche, legno.
Ogni foglio viene lavorato dai creativi con tagli e pitture, con coloriture e disegni consoni al messaggio che si vuole dare.
I tagli serviranno anche a ridurre l’effetto “vela” che si potrebbe formare nel caso di pannelli pieni.
Il percorso viene inghiaiato e porta, all’uscita, ad un mucchio di rifiuti raccolti e pronti per essere conferiti a discarica.
I materiali utilizzati sono il più possibile recuperati e riciclati o reperiti in natura.
lI gruppo dei creativi è costituito da Vincenzo Alberini, Adriana Bassi, Marisa Cignolini, Serena Debegnac, Catia Maria Liani, Luigi Loppi, Gastone Mini, Bernardino Pittino e Rinaldo Railz, soci del Centro Friulano Arti Plastiche, e da alcuni utenti del gruppo Cipart, cooperativa Itaca, del Centro di salute mentale di Udine.